"TI DIFENDO GRATIS, SE MI RACCONTI LA STORIA" CATERINA FALCONI E LA SUA AFFASCINANTE LETTURA DI NESSUNO PENSI MALE
ELOGIO ALLA VITA DI UNO SCRITTORE
DI CATERINA FALCONI
Prendi un giovane sognatore che ha intuito la forza delle parole e si fa avvocato per brandirle a difesa dei più deboli. Un tipo da sempre affascinato dalle storie, che riesce così bene nella vita da avere l’impressione di fluttuare in un sogno mentre edifica il proprio futuro. Va a insediarsi in uno studio in cima alla città, che sembra la dimora di un mago. Tappezza le pareti di libri, infila tra le pagine lettere e ricordi. Piega la parola a un uso codificato che produce effetti decisivi nella sorte dei suoi assistiti.
Ma nelle prime ore del mattino, tutti i giorni, quando il sole entra di taglio nelle vetrate circolari dello studio, cessa di essere un avvocato e asseconda il bisogno di scrivere.
Nel frattempo si fa un nome. E pubblica romanzi di successo. Questo giovane è Gianni Paris.
Sono stata a una presentazione del suo ultimo libro, Nessuno pensi male, edito dalla Dario Flaccovio (e da cui presto sarà tratto un film sotto la regia del livornese Emanuele Barresi). E mentre Simone Gambacorta lo intervistava, non potevo non notare quanto il vissuto e le caratteristiche di questo atipico scrittore avezzanese si intrecciassero con i contenuti del libro. La trama, peraltro inquietante, ambientata nel mondo della criminalità cinese allegramente invischiata con la camorra, è probabilmente puntellata su informazioni attinte dai colloqui con certi clienti ai quali Paris propone un patto stravagante e vincente, il patto degno del protagonista di un romanzo: ti difendo gratis se mi racconti la tua storia.
Non è da tutti capire quanto infinitamente più preziosi del denaro siano i piccoli disordinati resoconti di vite sconquassate, che uno scrittore riassembla in una storia avvincente. L’incantesimo dell’affabulazione, il potere salvifico delle parole ben lo aveva compreso Sherazade, che guarda caso è citata da Giancarlo De Cataldo a proposito di Paris. E in questa sfavillante contaminazione, che sembra turbinare attorno allo scrittore e al suo incantevole ultimo romanzo, si delineano le disavventure tragicomiche dello scombiccherato protagonista, Graziano Spichesi, venduto dalla camorra a un boss cinese che lo destina a una fine terribile. Paris è insuperabile, per la sua frequentazione con il crimine (ovviamente dall’altra parte della sbarra) nel rendere le prosaiche inesorabili dinamiche del misfatto, ma sa introdurvi elementi inaspettati, varianti salvifiche. E nel caso del povero Graziano la salvezza, forse, si presenterà nelle vesti del vecchio Chang Li, che come Paris si accosta a Spichesi animato da un’insaziabile curiosità. Io ti difendo se mi racconti la tua storia, sembra essere il messaggio sottaciuto dell’anziano boss, che con patetici goffi teneri stratagemmi senili riesce ad allontanare l’uccisione del suo protetto, di notte in notte, almeno fino a che il poveretto non abbia finito il suo racconto. Una condizione rispettata persino dal terribile Chang Lok, figlio del vecchio, quasi a suggerire l’universale sacralità della parola, in un contesto in cui neppure la vita degli sconfitti sembra valere più di un prezzo irrisorio.
Ma nelle prime ore del mattino, tutti i giorni, quando il sole entra di taglio nelle vetrate circolari dello studio, cessa di essere un avvocato e asseconda il bisogno di scrivere.
Nel frattempo si fa un nome. E pubblica romanzi di successo. Questo giovane è Gianni Paris.
Sono stata a una presentazione del suo ultimo libro, Nessuno pensi male, edito dalla Dario Flaccovio (e da cui presto sarà tratto un film sotto la regia del livornese Emanuele Barresi). E mentre Simone Gambacorta lo intervistava, non potevo non notare quanto il vissuto e le caratteristiche di questo atipico scrittore avezzanese si intrecciassero con i contenuti del libro. La trama, peraltro inquietante, ambientata nel mondo della criminalità cinese allegramente invischiata con la camorra, è probabilmente puntellata su informazioni attinte dai colloqui con certi clienti ai quali Paris propone un patto stravagante e vincente, il patto degno del protagonista di un romanzo: ti difendo gratis se mi racconti la tua storia.
Non è da tutti capire quanto infinitamente più preziosi del denaro siano i piccoli disordinati resoconti di vite sconquassate, che uno scrittore riassembla in una storia avvincente. L’incantesimo dell’affabulazione, il potere salvifico delle parole ben lo aveva compreso Sherazade, che guarda caso è citata da Giancarlo De Cataldo a proposito di Paris. E in questa sfavillante contaminazione, che sembra turbinare attorno allo scrittore e al suo incantevole ultimo romanzo, si delineano le disavventure tragicomiche dello scombiccherato protagonista, Graziano Spichesi, venduto dalla camorra a un boss cinese che lo destina a una fine terribile. Paris è insuperabile, per la sua frequentazione con il crimine (ovviamente dall’altra parte della sbarra) nel rendere le prosaiche inesorabili dinamiche del misfatto, ma sa introdurvi elementi inaspettati, varianti salvifiche. E nel caso del povero Graziano la salvezza, forse, si presenterà nelle vesti del vecchio Chang Li, che come Paris si accosta a Spichesi animato da un’insaziabile curiosità. Io ti difendo se mi racconti la tua storia, sembra essere il messaggio sottaciuto dell’anziano boss, che con patetici goffi teneri stratagemmi senili riesce ad allontanare l’uccisione del suo protetto, di notte in notte, almeno fino a che il poveretto non abbia finito il suo racconto. Una condizione rispettata persino dal terribile Chang Lok, figlio del vecchio, quasi a suggerire l’universale sacralità della parola, in un contesto in cui neppure la vita degli sconfitti sembra valere più di un prezzo irrisorio.
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